Se io ho un problema, come fa lo Psicologo ad aiutarmi se non ha mai vissuto un problema analogo?
Lo Psicologo utilizza i suoi strumenti, le sue competenze, la conoscenza che ha dei problemi psicologici peraiutare la persona a conoscere meglio le proprie difficoltà.
Se lo Psicologo partisse dai problemi che lui ha risolto, non potrebbe offrire altro che le sue soluzioni, senzauna reale comprensione della situazione specifica.
Il lavoro psicologico consiste piuttosto nel chiarire i termini della questione e nell’aiutare l’utente a capire lemotivazioni delle sue difficoltà e successivamente a scegliere la strada migliore per lui.
Lo Psicologo sa bene che a volte ci sono problemi che non è facile spiegare, o che non è facile capire se non li siconosce. Ma sa anche che la cosa più importante è il punto di vista di chi vive quella determinata situazione.
Quando abbiamo un problema di cui non troviamo soluzione, la prima cosa che desideriamo è di essere ascoltati attentamente, perché sappiamo che quel problema, seppure comune, non è uguale a quello di nessun altro,dato che è il nostro.
L’ascolto attento è uno strumento specifico a cui lo Psicologo è formato, e permette di comprenderecosa è importante per chi racconta.
Lo Psicologo utilizza nello stesso modo l’empatia, cioè la capacità di comprendere che cosa accade all’altroidentificandosi con lui. Leggendo un libro o guardando un film chiunque di noi capisce che cosa prova ilprotagonista, anche se magari non siamo stati sul Titanic mentre stava affondando. Si tratta di una competenza umana, che viene affinata nella professione psicologica.
Come fa a capire se dico la verità o se mento?
Allo Psicologo non interessa se quello che viene detto dalla persona che si reca da lui sia la verità in sensoassoluto oppure no. Ciò che interessa realmente è quello che la persona sente, pensa e come vive una determinata situazione, sia essa presente o passata o anche solo immaginata. Quindi, per lo Psicologo,quello che sta dicendo è vero, in quanto esprime quello che la persona pensa, sente e vive rispetto a quello chesta raccontando. L’incontro con lo Psicologo inoltre si configura come una relazione d’aiuto, liberamente cercatadalla persona, e si basa quindi sulla costruzione, nel tempo, di un rapporto di fiducia, che consentirà,eventualmente, di effettuare una riflessione sul bisogno che la persona può avere avuto di modificare la realtàdei fatti vissuti.
Sono molti i modi in cui lo Psicologo può lavorare e cambiano a seconda del tipo di modello teorico e praticoscelto, intorno al quale si organizzano gli obiettivi e le fasi del lavoro. Alcune differenze metodologiche dipendono anche dalle aree e dai contesti nei quali si configura l’intervento.
Lo strumento principale dello Psicologo è il colloquio psicologico: si tratta di una modalità particolare di colloquio che ha come obiettivi quelli di mettere la persona a proprio agio, di aiutarla a presentare il problema, ascoltandola molto attentamente ed attivamente, di esplorare il modo di vedere le cose ed i vissuti associati, di mettere a fuoco gli scopi che si vogliono raggiungere, di analizzare possibilità diverse.
All’interno di questo contesto lo Psicologo può utilizzare domande, indicazioni, prescrizioni, inviti alla riflessione, tecniche di rilassamento, tecniche di presa di coscienza corporea o strumenti specifici come itest.
Quando ci si approccia ad uno Psicologo si deve comunque tenere presente che non si avranno consigli o prescrizioni così come avviene da un medico: il processo psicologico si basa su una collaborazione tra il cliente,che si mette in gioco parlando di sé, ed il terapeuta, che mette a disposizione le proprie competenze. Le risposte ai problemi portati dal paziente sono quindi costruite insieme da entrambi all’interno della relazioneterapeutica.
Qual è la differenza tra uno Psicologo e un amico?
L´amicizia è un valore fondamentale per ognuno di noi, ci consente di crescere come individui e di acquisire competenze sociali attraverso il continuo confronto con l´altro. Ad un amico solitamente ci si rivolge peravere un consiglio, per risolvere le piccole crisi che quotidianamente affrontiamo ed è la persona in grado di ascoltarci e di darci un parere carico di emozioni e basato sul legame affettivo. Molte persone, pensando ad un colloquio con uno Psicologo, immaginano di fare due chiacchiere con un amico con il quale potersi sfogarema, a differenza di un amico, lo Psicologo è un professionista della salute e, in quanto tale, utilizza strumenti specifici, intervenendo in qualità di osservatore esterno che non giudica e non dà consigli.
Rispetto alla relazione di amicizia, un tratto distintivo del rapporto terapeutico è quello della asimmetria,dell’assenza di giudizio e delle competenze tecniche.
Gli strumenti principali di intervento sono la relazione, il colloquio clinico e i test, che consentono allo Psicologo di individuare le possibili cause di una difficoltà e di mettere in atto possibili strategie chefavoriscano il cambiamento.
Come fa ad aiutarmi uno che non mi conosce?
E’ la stessa domanda che ci si può porre rivolgendosi a qualunque professionista che metta a disposizione la propria competenza per aiutarci. Lo Psicologo impara a conoscere chi ha di fronte attraverso gli strumenti propri della professione ed attraverso un atteggiamento empatico, che permetta all’utente di sentirsi accolto e quindi di aprirsi. La non conoscenza precedente l’instaurarsi di un rapporto professionale tracliente e psicologo è richiesta dal codice deontologico. Non conoscere lo Psicologo tutela la persona epermette la situazione di riservatezza necessaria ad una relazione emotivamente accogliente e professionale,favorendo l’espressione dei propri disagi senza sentirsi condizionati o imbarazzati.
Quando e perché una persona dovrebbe rivolgersi ad uno Psicologo?
Ogni volta che sperimenta un senso di sofferenza profondo, e le sembra di non vedere alcuna via d’uscita. O ancora, quando prova forti emozioni che fa fatica a gestire, come uno stato di agitazione o di paura, di tristezza o di angoscia, emozioni che non permettono di vivere serenamente la propria quotidianità. Spessoinvece la maggior parte delle persone crede che ci si debba rivolgere ad uno Psicologo solo se si è “matti”, se sihanno disturbi conclamati, come ad esempio la depressione o i disturbi d’ansia. Si fa ancora fatica ad accettareche possono essere molti i momenti di crisi e di difficoltà che si possono incontrare nel corso della vita erispetto ai quali ci si può sentire disorientati.
Oggi viviamo in una realtà sociale che, rispetto al passato, appare più complessa. Ciascuno di noi è chiamato asoddisfare esigenze e richieste che a volte difficilmente riusciamo a combinare tra loro. Basti pensare allanecessità di conciliare gli orari di lavoro con le esigenze familiari, in particolare quelle dei figli. Di fronte a questepressioni, sentirsi insoddisfatti e scontenti è molto comune. E il livello di stress cui si è sottoposti può già da soloessere causa di difficoltà e di malessere.
Vi sono poi dei momenti di crisi che potremmo considerare del tutto fisiologici, in quanto semplicemente provocati dal cambiamento e dalla conseguente necessità di riadattarsi e riorganizzarsinel passaggio da una fase all’altra della nostra vita, come per esempio l’ingresso dei figli nella fase adolescenzialeo semplicemente nel sistema scolastico.
Quindi è evidente che, accanto a situazioni particolari e problematiche che si prolungano o si ripresentano neltempo, possono emergerne tante altre che, pur nella loro “normalità”, possono diventare causa di problemi e disofferenza psicologica.
La particolare relazione, fondata sulla capacità di ascolto, che si instaura con lo Psicologo può aiutarel’individuo innanzitutto a prestare attenzione alla propria sofferenza, per poter portare avanti quello che puòessere considerato, a tutti gli effetti, un tentativo di guarigione spontanea della psiche che, se inascoltato o male interpretato, può trasformarsi in un disturbo vero e proprio.
In questo senso, quindi, l’intervento dello Psicologo, nelle prime fasi del disagio, svolge anche una funzione di prevenzione, poiché evita che semplici momenti di difficoltà si cronicizzino in comportamenti disfunzionali,inadeguati alla soluzione del problema e essi stessi fonte di ulteriori difficoltà.
Sicuramente affrontare un momento di crisi insieme ad uno Psicologo ci permette di approfondire e migliorare laconoscenza di noi stessi.
Innanzitutto, abbiamo la possibilità di riflettere su quello che ci sta succedendo e sul significato che questo haper noi. Inoltre, possiamo imparare a riconoscere i nostri punti di debolezza e quelli di forza; le strategie di gestione più utili per fronteggiare un problema; le cose dalle quali dobbiamo proteggerci e quelle cheinvece ci rafforzano e ci mantengono nel benessere.
Questa consapevolezza e questa conoscenza, una volta acquisite e interiorizzate attraverso il lavoro clinico,rimangono a disposizione nel corso della vita come strumenti da poter riutilizzare in caso di necessità. Quindi, un lavoro psicologico non ci sottrae dalle sofferenze future, ma ci permette di essere più preparati adaffrontarle e, soprattutto, ci consente di farlo con minor dispendio di energie.